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Lavorazione della seta: in Toscana rinasce la
tradizione
Stefania Maffei da alcuni anni si occupa di riportare in vita un antico
mestiere tipico delle campagne italiane: l’allevamento dei bachi da seta e la
produzione di seta “non violenta”.
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di redazione Pubblicato
il 17 gennaio
2013
Stefania Maffei da alcuni anni si occupa di riportare in vita un antico
mestiere tipico delle campagne italiane: l’allevamento dei bachi da seta e la produzione
di seta “non violenta”. Nella sua
fattoria didattica “Corte Gloria”, a Segromigno in
piano (Lucca) si svolgono molte attività per gruppi e scuole. Ecco come Stefania
descrive la sua esperienza.
I bachi vengono
alimentati per 5 settimane
Quando sia nata esattamente la mia passione per la seta non
saprei, è sempre stato un argomento per me molto affascinante. A casa i nonni
raccontavano spesso dei tempi in cui allevavano i filugelli sui cannicci,e
quando le persone anziane raccontano dei tempi di gioventù, traspare sempre un
po’ di poesia e nostalgia dei tempi andati, anche se erano tempi di duro lavoro
e di privazioni. Forse è stata proprio questa nostalgia che mi ha contagiato e
che ha fatto nascere in me l’idea di riportare in vita una attività un tempo
molto diffusa nelle nostre campagne ma ormai abbandonata dal secondo
dopoguerra.
Così per non dimenticare un mestiere tipico delle famiglie contadine,
io e mio marito ci siamo decisi ad allevare i bachi da
seta.Tramite ricerche su internet abbiamo trovato le prime uova.
Gli "strumenti"
per la lavorazione artigianale della seta
La prima covata purtroppo non è andata bene ed i bachi non sono nati. La
seconda covata però fu un successo e non senza fatica siamo riusciti a portare a
maturità i piccoli bachi e ad avere i nostri primi bozzoli candidi. Da quel
primo allevamento la soddisfazione è stata così tanta che non ho più smesso.
Anche la ricerca però non si è fermata e dopo vari tentativi non fortunati
mio marito grazie ad un’illustrazione trovata su un manoscritto dell’archivio di
stato di Lucca, è riuscito finalmente a fabbricare un piccolo aspo
artigianale con il quale riusciamo a fare la trattura della seta.
Adesso dopo anni di lavoro e ricerche finalmente abbiamo le matasse di
filo di seta, l’arcolaio con il quale filo la seta non violenta
(un tipo di seta che non si ottiene bollendo i bozzoli dei bachi da
seta bensì si aspetta che abbiano completato la metamorfosi volando sotto forma
di farfalle, n.d.r.) , e i telai per tessere i nostri preziosi fili.
Le scolaresche
toccano con mano come si arriva dal baco alla filatura della seta
Da alcuni anni abbiamo aperto il nostro laboratorio alla visita di
gruppi e gite d’istruzione che vogliono scoprire i segreti della seta e
poter vedere e toccare con mano cosa sono i bozzoli, come si ottengono e come si
lavorano fino ad arrivare al tessuto.
Si tratta di una filiera completa e nel nostro tempo, dove troviamo tutto
fatto e non ci rendiamo conto di quante fasi di lavorazione che si nascondono
dietro un singolo semplice prodotto, è un’esperienza davvero unica sia per gli
adulti che per i bambini poter vedere la nascita della seta dall’allevamento dei
bachi fino al tessuto.
Durante le visite che iniziano nei campi dove sono i gelsi (
unico alimento dei bachi da seta) parliamo del problema inquinamento
ambientale e dell’importanza di un ambiente sano e privo
di inquinanti per la riuscita degli allevamenti.
Abbiamo anche un laboratorio itinerante per permettere a chi
non può spostarsi di scoprire la magia della seta. Ci spostiamo con il nostro
laboratorio durante manifestazioni culturali a tema, oppure durante rievocazioni
storiche, ma anche direttamente nelle scuole.
La Regione Toscana ha inserito la nostra pagina sul suo sito. Se volete conoscerci
meglio, potete andare ai nostri siti: http://lasetadicortegloria.weebly.com
oppure http://fattoriadidatticailbacodaseta.weebly.com
Stefania Maffei ([email protected])
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taggata come bachi da seta, Corte Gloria, fattoria didattica, inquinamento ambientale, seta,
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Una lucente matassa di seta tratta.
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